Nitteti, Parigi, Hérissant, 1781

 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Fughe di camere nella reggia.
 
 BEROE sola
 
 BEROE
 
    Povero cor, tu palpiti
 né a torto in questo dì
460tu palpiti così,
 povero core.
 
    Si tratta, oh dio! di perdere
 per sempre il caro ben
 che di sua mano in sen
465m'impresse amore.
 
 Troppo, ah troppo io dispero.
 M'ama Sammete... È vero;
 ma che potrà lo sventurato in faccia
 ad un padre che alletta, a un re che sforza,
470a un merto che seduce? Il grado mio,
 gli altrui consigli... il suo decoro... oh dio!
 
    Povero cor, tu palpiti
 né a torto in questo dì
 tu palpiti così,
475povero core.
 
 SCENA II
 
 NITTETI turbata, in abito di principessa, e detta
 
 NITTETI
 Ah cara, ah fida amica,
 son fuor di me!
 BEROE
                               Che avvenne?
 NITTETI
                                                           Ogni mia speme
 è svanita, è delusa.
 M'offre il padre a Sammete, ei mi ricusa.
 BEROE
480(Oh fedeltà!)
 NITTETI
                           L'avresti
 potuto immaginar? Come io mi sento
 dirti, amica, non so. L'amore offeso,
 la vergogna, il disprezzo... Audace! Ingrato!
 BEROE
 (Mi fa pietà).
 NITTETI
                            Qualche segreto affetto,
485credimi, mi prevenne.
 BEROE
                                            (È un tradimento
 il mio silenzio).
 NITTETI
                                Ah conoscessi almeno
 la felice rivale! Almen...
 BEROE
                                              Perdona,
 amata principessa, il fallo mio.
 NITTETI
 Perdon! Di che?
 BEROE
                                 La tua rival son io.
 NITTETI
490Come!
 BEROE
                Rival ti sono;
 ma...
 NITTETI
             Che? T'ama Sammete?
 BEROE
                                                         Il credo.
 NITTETI
                                                                           E l'ami?
 BEROE
 Più di me stessa.
 NITTETI
                                  E il tuo Dalmiro?
 BEROE
                                                                    È un solo
 e Dalmiro e Sammete.
 NITTETI
                                            E tu, superba,
 e tu, fallace amica,
495senza pensar chi sei,
 vai degli affetti miei...
 BEROE
                                           Sempre un pastore
 l'ho creduto finor. Sempre...
 
 SCENA III
 
 AMASI e dette
 
 AMASI
                                                      Ah Nitteti,
 del mio figlio il rifiuto
 mi copre di rossor. Ma re, ma padre
500non son, se a vendicarti...
 NITTETI
                                                 Eh del tuo sdegno,
 Amasi, il corso arresta;
 gran scusa ha il reo; la mia rivale è questa. (Con ironia amara)
 AMASI
 Stelle, che dici!
 NITTETI
                               Ammira (Come sopra)
 gl'incanti di quel ciglio,
505le grazie di quel volto e assolvi il figlio. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 AMASI e BEROE
 
 BEROE
 (Tremo da capo a piè). (Timida e confusa)
 AMASI
                                             T'appressa. (Esaminandola fissamente ma senza sdegno)
 BEROE
                                                                    (Oh dio!)
 AMASI
 Parla. Chi sei?
 BEROE
                              Qual vedi,
 un'umil pastorella.
 AMASI
 Il nome?
 BEROE
                    È Beroe.
 AMASI
                                      Ove nascesti?
 BEROE
                                                                 Io nacqui
510colà fra quelle selve
 che adombrano del Nil l'opposta sponda.
 AMASI
 Qual ventura a Sammete
 nota ti rese?
 BEROE
                          In rozze lane avvolto,
 fra le nostre festive
515danze innocenti io non so quale il trasse
 curioso desio. Mi vide; il vidi;
 si protestò pastore;
 mi favellò d'amore;
 mi piacque, l'ascoltai;
520dimandò la mia fede; io la giurai.
 AMASI
 Stelle, la fede tua! Sposa tu sei? (Con premura)
 BEROE
 No, mio re; ma promisi
 d'esserla un dì.
 AMASI
                               (Respiro).
 BEROE
 Sol Sammete in Dalmiro
525oggi, che in ricche spoglie
 nella reggia ei s'offerse agli occhi miei,
 alfin conobbi e di morir credei.
 AMASI
 Come tu nella reggia?
 BEROE
                                           I tuoi guerrieri
 mi trasser con Nitteti.
 AMASI
                                           Or odi. Io scuso, (Con umanità)
530Beroe, la tua semplicità; ma pensa
 ch'or tuo dovere...
 BEROE
                                    Il mio dover, signore,
 purtroppo io so. Non me ne scemi il merto
 l'eseguirlo per cenno. A regie nozze
 l'aspirar saria colpa; io ti prometto
535che rea non diverrò. Scacciar Sammete
 dovrei dal core, il so, mio re; ma questo
 non posso offrir; t'ingannerei; conosco
 che l'amerò finch'io respiri. Ah forse
 t'offende l'amor mio. Deh non turbarti;
540sarà breve l'offesa. Io già mi sento
 morir d'affanno. Oh avventurosa morte! (Piangendo)
 ove per lei riposo
 abbian Nitteti, il regno,
 figlio sì caro e genitor sì degno.
 AMASI
545Giusti dei, qual favella! (Sorpreso)
 Ma sei tu pastorella? Ove apprendesti
 a spiegarti, a pensar? Quanto han le reggie
 di grande, di gentil, quanto han le selve
 d'innocenza e candor congiunto io trovo
550mirabilmente in te. Deh non celarti;
 chi sei? Chi t'educò?
 BEROE
                                         Qualunque io sono,
 d'Inaro il padre mio deggio alla cura.
 AMASI
 E ha saputo un pastor...
 BEROE
                                              Sempre ei pastore,
 signor, non fu. Visse già d'Aprio in corte
555ed è lo stato suo scelta e non sorte.
 AMASI
 Ah perché mai non sono
 arbitro ancor del mio voler! Qual altra
 più degna sposa al figlio mio... Ma voglio
 almen, quanto a me lice,
560farti, o Beroe, felice. A tuo talento
 impiega i miei tesori;
 chiedi grandezze, onori; un degno sposo
 fra' miei più cari e più sublimi amici
 scegli a tua voglia...
 BEROE
                                      Ah giusto re, che dici?
565Io promettermi ad altri! Ogni promessa
 sarebbe un tradimento.
 AMASI
 Ma se resta a Sammete
 speranza ancor...
 BEROE
                                  Non resterà. Ti puoi
 di me fidar; né troppo,
570signor, Beroe presume;
 darà di sé mallevadore un nume.
 AMASI
 Come?
 BEROE
                 Ad Iside offrirmi e fra le sacre
 vergini sue ministre il resto io voglio
 de' miei giorni celar. Là, sempre intesa
575ad implorar la vostra,
 farò la mia felicità. Divisa
 da chi solo adorai, perch'ei t'imiti,
 perché un giorno ei divenga
 un eroe qual tu sei,
580stancherò co' miei voti almen gli dei.
 AMASI
 Ah Beroe! Ah figlia! Io fuor di me mi sento (Con trasporto di tenerezza)
 di stupor, di contento,
 di tenerezza e di pietà. Chi mai
 vide fiamma più pura?
585Chi virtù più sicura?
 Chi più candido cor? Sammete, ah vieni. (Vedendo Sammete)
 
 SCENA V
 
 SAMMETE e detti
 
 AMASI
 Vieni. Non arrossirti; esser superbo
 puoi del tuo amor. T'appressa pur; ti lascio,
 ti fido a lei; l'ascolta; e, se finora
590legge ti diè quel ciglio,
 quel labbro in questo dì ti dia consiglio.
 
    Puoi vantar le tue ritorte,
 fortunato prigioniero,
 tu che amore hai condottiero
595sul cammin della virtù.
 
    Tu non dei, com'è la sorte
 di color che amore inganna,
 arrossir d'una tiranna,
 vergognosa servitù. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 BEROE e SAMMETE
 
 SAMMETE
600Chi al genitor mai rese (Con curiosità ed allegrezza)
 il nostro amor palese?
 BEROE
                                           Ei da Nitteti,
 ella il seppe da me.
 SAMMETE
                                      Più amabil padre
 trovar si può! Non tel diss'io? Conosce
 tutti i tuoi pregi; approva
605gli affetti miei; di te mi lascia a lato;
 ch'io da quel labbro amato
 prenda consiglio in questo dì mi dice.
 Oh padre! Oh caro padre! Oh me felice!
 BEROE
 (Beroe, costanza).
 SAMMETE
                                    E tu non parli?
 BEROE
                                                                  Ammiro,
610principe, il tuo bel cor. Per un tal padre
 la giusta m'innamora
 riconoscenza tua. Dimmi; non merta
 un sì buon genitor da un grato figlio
 ogni prova d'amor?
 SAMMETE
                                       Se il ciel m'intende,
615qualche via m'aprirà, cara, ond'io possa
 farmi una volta al genitor palese.
 BEROE
 Consolati, Sammete; il ciel t'intese.
 SAMMETE
 Come?
 BEROE
                 Da te dipende
 la pace dell'Egitto e la paterna
620tranquillità.
 SAMMETE
                         Da me?
 BEROE
                                          Sì.
 SAMMETE
                                                  Parla; a tutto
 pronto son io. Qual per sì grande oggetto,
 qual impresa, ben mio, compir dovrei?
 BEROE
 L'impresa è dura; abbandonar mi dei.
 SAMMETE
 Che? (Attonito)
 BEROE
              Abbandonarmi.
 SAMMETE
                                             Abbandonarti! Ah forse
625il padre mi deluse?
 BEROE
                                      Il padre è giusto;
 t'ama, non t'ingannò.
 SAMMETE
                                          Chi dunque chiede
 sì crudel sacrifizio?
 BEROE
                                      Il ciel, la terra;
 tu stesso, se vorrai,
 Sammete, esaminarti, il chiederai.
630Sei fido alla tua patria? I suoi passati
 rischi non rinnovar. Rispetti il trono?
 Non avvilirlo. Al genitor sei grato?
 Non scemar sì bei giorni. Ami te stesso?
 Rifletti al tuo dover. Beroe t'è cara?
635Non opporti al destin; lasciala in quello
 stato in cui nacque e non espor l'oggetto
 de' dolci affetti tui
 all'odio, al riso ed agl'insulti altrui.
 SAMMETE
 A parlarmi così valor ti senti?
640Ah, la virtù che ostenti,
 Beroe crudel, di poco amor t'accusa.
 BEROE
 Di poco amore? Oh dio!
 Se vedessi, ben mio,
 come sta questo cor, com'io mi sento,
645no, così non diresti.
 SAMMETE
                                       A non amarmi
 pur disposta già sei.
 BEROE
                                        T'inganni. Io posso
 e voglio amarti sempre. Io di monarchi
 debitrice all'Egitto
 non son come tu sei; non è l'amore
650delitto in Beroe. Io libertà non bramo
 quando ti scioglio. Il dolce cambio antico
 de' nostri cori, in quella parte almeno
 che soffre la virtù, serbar vogl'io.
 Ti rendo il tuo; ma non dimando il mio.
 SAMMETE
655Ah se vuoi ch'io non t'ami, ah non mostrarti
 così degna d'amore, anima mia!
 
 SCENA VII
 
 BUBASTE con guardie e detti
 
 BUBASTE
 Amasi a te m'invia,
 pastorella gentile. È suo volere
 ch'io dipenda dal tuo. Di me disponi;
660esecutor son io
 qui de' tuoi cenni.
 BEROE
                                    Amato prence, addio.
 SAMMETE
 Che! Già mi lasci? Ah dove vai?
 BEROE
                                                            Fra poco
 saprà tutto Sammete.
 SAMMETE
                                          I passi tuoi
 seguir vogl'io.
 BEROE
                             No; s'è pur ver che m'ami,
665resta, ben mio. Quest'ultimo io ti chiedo
 pegno d'amor.
 SAMMETE
                              Che tirannia! Ch'io resti
 così senza saper...
 BEROE
                                   Fidati, o caro;
 da te lungi io non vo; caro, io tel giuro,
 d'altri non sarò mai. Come tu fosti
670e l'unico e il primiero
 sarai sempre tu solo il mio pensiero.
 
    Per costume, o mio bel nume,
 ad amar te solo appresi
 e quel dolce mio costume
675diventò necessità.
 
    Nel bel fuoco in cui m'accesi
 arderò per finch'io mora;
 non potrei volendo ancora
 non serbarti fedeltà. (Parte con Bubaste e colle guardie)
 
 SCENA VIII
 
 SAMMETE, poi NITTETI, indi AMENOFI
 
 SAMMETE
680Assistetemi, o numi;
 son fuor di me. Che avvenne?
 Dove Beroe s'invia? Perché mel tace?
 Chi la sforza a lasciarmi? Ed io fra queste
 tenebre ho da languir? Morir degg'io
685e ignorar chi m'uccide? È il mio tesoro,
 è il genitor che mi tradisce? (Resta immobile e pensoso e non ode che le ultime parole di Nitteti)
 NITTETI
                                                      Ah prence,
 son rea; perdona. Un improvviso assalto
 di cieco sdegno al genitor mi fece
 la tua Beroe tradir.
 SAMMETE
                                      No, principessa, (Con vivacità)
690possibile non è. Beroe incapace
 è di tradirmi. Ha troppo bello il core,
 troppo candida ha l'alma.
 NITTETI
                                                 O non m'intendi
 o non t'intendo.
 SAMMETE (Da sé)
                                (In questa angustia, in questa
 oscurità come restar? No; voglio
695raggiungere il mio ben... Ma, oh dio! m'impose
 di non seguirla). (Pensoso come sopra e non intendendo che le ultime parole d’Amenofi)
 AMENOFI
                                  Al genitor, Sammete,
 il passo affretta. Egli m'impose...
 SAMMETE
                                                              Ed io
 ubbidirla non posso;
 nulla ho promesso a lei. Quand'io la siegua,
700non dee Beroe sdegnarsi. (In atto di partire)
 AMENOFI
                                                  Odi; t'arresta.
 Qual favella è mai questa? Io non ritrovo
 senso ne' detti tuoi. Non sembra intero,
 caro prence, il tuo senno.
 SAMMETE
                                                È vero, è vero;
 son fuor di me; perdona;
705la ragion m'abbandona. Ah chi pretende
 ragion da un disperato?
 Non l'ha chi non la perde in questo stato.
 
    Mi sento il cor trafiggere,
 presso a morir son io;
710e non conosco oh dio!
 chi mi trafigge il cor.
 
    Non so dove mi volgere;
 indarno i numi invoco;
 e il duolo a poco a poco
715degenera in furor. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 NITTETI ed AMENOFI
 
 NITTETI
 Povero prence! A quale
 estremità per mia cagion tu sei?
 De' folli sdegni miei quanto, Amenofi,
 quanto or mi pento!
 AMENOFI
                                        È degna
720dell'eccelsa Nitteti
 questa pietà. Quanto d'invidia è degno
 chi può farsene oggetto! Io, se ottenerla
 così mi fosse dato,
 conterei per favor l'ire del fato.
 NITTETI
725Ah dal caso funesto
 d'esigerla così, prence cortese,
 ti preservin gli dei.
 AMENOFI
 Essi intendono meglio i voti miei.
 NITTETI
 Sammete ama da vero; è amato e teme
730di perdere il suo bene; ad ogni eccesso
 può il dolor trasportarlo. Al suo dolore
 deh non l'abbandonar. Le parti adempi
 d'un fido amico. Io ti dovrò la cura
 che avrai di lui.
 AMENOFI
                                Sì venerato cenno
735all'amistà s'accorda. Io vo; ma intanto
 tu risparmia, o Nitteti,
 qualche pietà per gli altri ancora. È grande
 de' miseri lo stuolo;
 né a meritar pietà Sammete è solo.
 
740   Chi sa qual core
 per te languisce
 e non ardisce
 chieder mercé!
 
    Ancora un timido
745modesto amore
 parmi che meriti
 pietà da te. (Parte)
 
 SCENA X
 
 NITTETI e BUBASTE
 
 NITTETI
 Se lasciasse Sammete
 un solo in libertà de' miei pensieri,
750Amenofi l'avria. Degno è d'amore
 quel tenero rispetto
 con cui celando in petto
 le sue fiamme segrete...
 BUBASTE
 Amenofi dov'è? (Con gran fretta)
 NITTETI
                                 Cerca Sammete.
 BUBASTE
755Dunque ad Amasi io volo.
 NITTETI
                                                  Odi. Che rechi?
 Donde vieni? Che fu?
 BUBASTE
                                           Temo, o Nitteti,
 qualche fiero disastro.
 NITTETI
                                           Onde la tema?
 BUBASTE
 Volle Beroe da me d'Iside a' sacri
 recinti esser condotta;
760io l'ubbidii; ma nel tornar dal tempio
 in Sammete m'avvenni. Ah principessa,
 se veduto l'avessi... Io tremo ancora
 riandandone l'idea.
 Forsennato correa; chiedea seguaci;
765scotea nudo l'acciar; torbido il volto,
 scomposto il manto, il crin, parea dal ciglio
 vibrar folgori ardenti;
 fremea piangendo e confondea gli accenti.
 NITTETI
 E scelto ha Beroe istessa...
 BUBASTE
770Perdona, o principessa; erro s'io resto.
 Può troppo un breve indugio esser funesto. (Parte in fretta)
 NITTETI
 Misera! Quai ruine un mio geloso
 sconsigliato trasporto
 può cagionar! Taciuto avessi, oh dio!
775Fu cieco il condottier, fui cieca anch'io!
 
    Se fra gelosi sdegni
 v'è alcun che soffra e taccia,
 deh per pietà m'insegni
 come si può tacer,
 
780   come si tiene ascoso
 quell'impeto geloso
 che tutti esprime in faccia
 i moti del pensier. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 Gran porto di Canopo ripieno di navi e di nocchieri.
 
 SAMMETE dalla destra, traendo per mano BEROE, e seguito di compagni armati
 
 BEROE
 Ma dove, oh dio, mi guidi?
785Qual furor ti consiglia! Ah che facesti? (Comincia ad oscurarsi il cielo)
 La tua ragion si desti;
 pensa ad Iside, al padre, a te.
 SAMMETE
                                                        Non posso
 pensar che a Beroe. È sola (Lampi)
 Beroe la mia ragion.
 BEROE
                                        Rendimi al tempio, (Tuoni)
790idol mio, per pietà. Condanna il cielo
 l'irriverenza tua. Ve' come a un tratto
 tempestoso si fa. Mira de' lampi
 il sanguigno splendor; de' tuoni ascolta
 il fragor minaccioso. Ah par vicino
795l'orrido de' mortali ultimo scempio!
 Idol mio, per pietà, rendimi al tempio.
 SAMMETE
 Eh non turbarti; è questa
 passeggiera tempesta. Andiamo; aperto
 il mar ci offre lo scampo.
 BEROE
                                                Il mar! Non vedi
800che ogni cammin ti serra
 l'avverso irato ciel? Che il mar, sconvolto
 fra il contrasto de' venti,
 mugge, biancheggia e l'onde
 con le nubi confonde? Oimè, non farti
805dell'ira degli dei misero esempio!
 Rendimi, per pietà, rendimi al tempio.
 SAMMETE
 Ma vi sono, empie stelle, (Con intolleranza impetuosa)
 più disastri per me? Stanche non siete
 di tormentarmi ancor?
 BEROE
                                             Fuggi, Sammete.
 SAMMETE
810Perché?
 BEROE
                  Giungono armati. Oimè! La fuga
 impossibil già parmi.
 SAMMETE
 E ben, tutto si perda. Amici, all'armi. (Lascia Beroe, snuda la spada e seco i suoi seguaci)
 BEROE
 Ah no; che fai? Cedi più tosto il brando;
 abbandonati al padre.
 SAMMETE
                                           Al mondo intero
815m'opporrò per serbarti, o mio tesoro.
 All'armi, all'armi. (Ai seguaci)
 BEROE
                                    Oh dio! T'arresta... Io moro. (Sviene sopra un sasso alla destra. Sammete assale furioso le guardie reali e si disvia inseguendone alcune alla sinistra. Intanto fra il balenar de’ frequenti lampi, fral rimbombo de’ tuoni e fra il muggito marino, a vista delle navi e de’ nocchieri che balzati dall’onde e sospinti dal vento si urtano fra di loro, si frangono e si sommergono in parte, siegue, con lo strepito di tumultuosa sinfonia nella spiaggia e nel porto, ostinato combattimento fra i seguaci di Sammete e le guardie reali che vincitrici alfine rincalzando gli altri lasciano vuota la scena. Verso il fine del combattimento cessa a grado a grado il furore della tempesta, si va rasserenando il cielo e l’iride comparisce)
 
 SCENA XII
 
 BEROE cominciando a rinvenire, poi SAMMETE dalla sinistra difendendosi da due de’ custodi reali; finalmente AMASI con numeroso seguito d’armati dalla destra
 
 BEROE
 Oimè! Deh per pietà (Senza aprire gli occhi) rendimi... Oh dei, (Guardando sorpresa intorno)
 sola restai! Prence? (S’alza) Sammete? Ah dove,
 misera! andò? Forse è rimasto esangue;
820forse... Ma sento ancora
 colà strepito d'armi. (Di dentro alla sinistra)
 SAMMETE
                                         Invan ch'io ceda,
 temerari, sperate. (Esce)
 BEROE
                                     Ah basta, o prence;
 più non opporti agli astri.
 AMASI
                                                 Olà, deponi,
 forsennato, quel brando e prigioniero
825renditi a queste squadre.
 BEROE
 Principe, non opporti.
 SAMMETE
                                           Ah Beroe! Ah padre! (Si lascia disarmare)
 AMASI
 Ingrato! Ecco i bei frutti (Ironia lenta ed amara)
 de' paterni sudori, ecco la bella
 mercé che tu mi rendi, ecco l'eroe
830ch'io mi promisi e che aspettò l'Egitto.
 Sol nel primo delitto (Enfasi seria)
 tanti unir ne sapesti
 che i rei più illustri al cominciar vincesti.
 Qual rispetto, qual legge,
835qual dover non calpesti? Il duol d'un padre,
 l'ira del ciel, la maestà d'un trono
 freni bastanti al tuo furor non sono.
 Ingrato...
 BEROE
                    Ah basta. Al prence
 tutto non dessi il tuo rigor. La rea
840de' suoi falli son io; le ree son queste
 infelici sembianze. Io l'allettai;
 io lo sedussi; io gli turbai la mente.
 Se mai non mi vedeva, era innocente.
 AMASI
 D'un figlio contumace
845invan la tua pietà...
 BEROE
                                      No, contumace,
 mio re, non è. Conosco
 per lungo uso quel cor. T'ama, t'onora.
 Non son gli eccessi suoi che ultimi sforzi
 d'un moribondo amor.
 AMASI
                                            M'onora e m'ama
850ei che ad esser mi astringe
 o fiero padre o ingiusto re? Potea
 forse ignorar che una sua colpa sola
 m'avrebbe oppresso? Il sol dolor d'un padre
 tenero al par di me gl'impeti suoi
855raffrenar non dovea? Quest'è l'amore?
 Quest'è il rispetto? Ah questo
 è il disprezzo più atroce,
 quest'è l'odio più nero,
 questo...
 SAMMETE
                   No, padre mio; no, non è vero.
860Di rispetto, d'amore
 qual più da me ti piace
 dura prova dimanda. Armi, ruine,
 mostri, incendi, tempeste
 affronterò; né vacillar vedrai
865l'ubbidienza mia. Ma Beroe, oh dio!
 ma Beroe abbandonar? Ah padre, io l'amo;
 io non amai che lei;
 ella è tutto per me. Se lei mi togli...
 AMASI
 Custodi, olà; traete (Sammete è incatenato)
870al suo carcere il reo.
 BEROE
 Pietà, signor.
 SAMMETE
                           Su la paterna mano...
 AMASI
 Parti. (L’evita senza sdegno)
 SAMMETE
               Ah concedi al mio dolor verace
 che questo pegno almen...
 AMASI
                                                  Lasciami in pace.
 SAMMETE
 
    Guardami, padre amato.
 
 AMASI
 
875Lasciami, figlio ingrato.
 
 BEROE
 
 Amor ti dia consiglio.
 
 AMASI
 
 È troppo ingrato il figlio.
 
 SAMMETE
 
 Ingrato ah non son io.
 
 BEROE
 
 Eccede il tuo rigor.
 
 A TRE
 
880   In quante parti, oh dio,
 mi si divide il cor!
 
 SAMMETE
 
    Signor, de' falli miei
 sai la cagion qual è.
 
 BEROE
 
    Non ti scordar che sei
885pria genitor che re.
 
 AMASI
 
    (In tal cimento, oh dei,
 chi mai si vide ancor!) (Partono da diverse parti)
 
 Fine dell’atto secondo